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mercoledì 6 febbraio 2008

eppur si muove #2 - luoghi di confine #3

Mi sembra doveroso dare a questo nuovo post due dei titoli che hanno contraddistinto alcune precedenti rubriche del blog. Quasi un volere sottolineare in positivo alcuni cambiamenti attuati per quello che potrebbe essere definito il nostro nuovo “luogo di confine”, uno spazio prima abbandonato e ora, in parte, riqualificato.
Ricordate il primo post che ha dato avvio a "diaframmi-crotone"? Era incentrato sul mio paese, Rocca di Neto.
Vi prego di soffermarvi tra le vecchie foto su di una in particolare, quella riguardante un tratto di cinta muraria a due arcate.
Lì sorgeva quella che noi comunemente chiamiamo la “Rocca vecchia”, prima che venisse distrutta dal terremoto. Le uniche tracce visibili, all’indomani di quello stesso terremoto che ha raso al suolo un po’ tutto, sono quelle mura e la Chiesa Matrice raffigurata in un'altra foto sempre giù in basso. Ed è qui, in questo stesso posto, che sono dislocate le varie grotte. E sì, perché Rocca, al pari di Casabona e di altri centri del crotonese, possiede queste rudimentali strutture un tempo adibite ad abitazioni. Anch’esse, al pari di molte altre cose, non hanno mai goduto di molta considerazione.
Ecco perché a distanza di mesi, da quando sono stata lì la prima volta, non può fare altro che piacere, vedere e fare vedere a tutti voi l’inizio di un lavoro volto a valorizzarle.
Nelle foto fatte mesi addietro la situazione non era delle migliori, ma ad oggi sono stati costruiti dei sentieri, delle passerelle in legno ampiamente illuminate, per renderne maggiormente fruibile la visione.
Nulla da eccepire, ovvio, però a dirla tutta è inevitabile porsi alcune questioni:
- Ora è pur vero che i finanziamenti spesi riguardano solo una parte del progetto, ma perché inaugurare il tutto per poi richiudere il cancello, mancando ancora la messa in sicurezza della parte alta del tracciato e, soprattutto, chi possa accompagnare i visitatori e “raccontare” loro delle grotte?
- Perché in altri tratti messi a nuovo, e perfino recintati, continuano a pascolarvi le pecore?
- Perché non stimolare la fantasia dei visitatori, anche in termini di attrattiva, attraverso una sorta di riproduzione fedele delle vecchie abitazioni e degli antichi mestieri in alcune di queste stesse grotte, senza che si rimanga perplessi dinnanzi a strutture vuote da guardare semplicemente da lontano?

Maria Angela Pugliano

martedì 18 dicembre 2007

Eppur si muove #1

Scarsa consapevolezza del valore sociale e totale assenza di fruizione o valorizzazione sono alcuni dei punti che facilmente si scorgono tra le righe dei precedenti post, riguardo al patrimnio storico-archeologico-artistico e naturalistico della nostra Provincia.
Queste, alcune delle peggiori pecche da addurre alla nostra realtá e per cui rammaricarsi dato che nulla o quasi niente é stato mai fatto per rendere vivibile in piena coscienza e conoscienza questo tesoro che possediamo per noi persone in loco, a cui associare, allo stesso tempo, l’incapacitá di „saperlo vendere”a chi é fuori.
Anche di questo abbiamo discusso io e Giampiero con il sottosegretario ai Beni Culturali Danielle Mazzonis, entusiasta della nostra Regione, incontrata la scorsa settimana a Kr in merito alla presentazione di Maratonarte, manifestazione ideata dallo stesso Ministero per i Beni e le attivitá culturali, con l’obiettivo prioritario di riaffermare con forza il principio che il patrimonio culturale é un bene publico e dunque di tutti.



Il progetto prevede il restauro di 7 siti, in sette Regioni diverse, luoghi storici e paesaggistici incredibili, ma dimenticati che meritano di essere rivitalizzati e restituiti a chi é giusto che li viva fino in fondo: tutti noi. E con una maratona televisiva di raccolta fondi si é cercato di coinvolgere da un lato la gente attraverso donazioni simboliche mirate piú che altro a far conoscere quei posti e dall’altro a diffondere una cultura nuova soprattutto tra i giovani, portando nelle scuole secondarie di secondo grado filmati per spronarli in spunti e suggerimenti.
In questo grande circuito fatto di scelte che arrivano dall’alto peró entra in gioco altro. Si sará capaci, a partire dalle istituzioni locali, di attivare quanto necessario per far partire la grande macchina di progettazione che fará ricadere su ció che noi proponiamo l’attenzione e la convinzione di chi scegli queste siti?
Ecco perché per quanto questa grande iniziativa possa essere utile e importante non é necessario starcene con le mani in mano ad aspettare che i miracoli arrivini sempre dall’alto, creiamoceli con le nostre mani, cerchiamo di essere artefici del cambiamento della nostra realtá, basta molto poco e lo dimostrano i nostri amici di Castrovillari con la loro iniziativa "arteinsalvo".



(Vai al progetto "arteinsalvo"---)


Per cui ora a noi la parola. Scegliamo nel nostro piccolo il primo luogo da far rinascere e agiamo.

Maria Angela Pugliano