lunedì 28 luglio 2008

a presto...

Dopo la “pausa forzata” di diaframmicrotone, dovuta a problemi con internet e che ha portato ad un ritardo nella pubblicazione dei post, stavolta vi lascio per la pausa estiva, non senza aver condiviso insieme l’ennesimo post.
A voi queste suggestive foto dell’Irlanda, inviatemi dalla mia carissima amica Federica, accompagnate dalla "Benedizione del Viaggiatore Irlandese" (Irish journey blessing):

"May the road rise to meet you,
may the wind be always at your back,
may the sun shine warm upon your face,
and the rains fall soft upon your fields and,
until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.
"

"Sia la strada al tuo fianco,
il vento sempre alle tue spalle,
che il sole splenda caldo sul tuo viso,
e la pioggia cada dolce nei campi attorno e,
finché non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano.
"

BUONE VACANZE amici di diaframmi

Maria Angela Pugliano

martedì 15 luglio 2008

tutti a tavola #2

Con questo nuovo post continua la carrellata delle bontà enogastronomiche della nostra terra.
Dopo il Pecorino crotonese è la volta di un vino a denominazione di origine controllata, il Cirò, che nella tipologia Rosso, Bianco e Rosato non solo soddisfa i palati più esigenti, ma ben si sposa con ogni tipo di piatto.
Considerato il "Barolo del sud", è il più celebre dei vini calabresi ed è quello con la certificazione DOC più antico d'Italia.
Storicamente i primi coloni greci sbarcati sulle coste calabresi rimasero talmente impressionati dalla fertilità di questa terra ricca di vigneti che la chiamarono "Enotria", cioè "terra dove si coltiva la vite alta da terra".
I contadini ellenici portarono con loro tecniche nuove di vinificazione e nuovi vigneti da impiantare: sono infatti di probabile origine greca alcuni tipi di vite ancora presenti sia sul suolo calabrese che anche in altre parti d'Italia, vale a dire il gaglioppo, il greco bianco e il mantonico, tanto per citarne alcuni.
Alcune città calabresi assunsero un ruolo di primo piano nello sviluppo della coltivazione della vite. Sibari e Crotone si distinsero in maniera particolare dando origine alla produzione del "Krimisa", "vino ufficiale delle Olimpiadi" (pare che lo stesso Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, fosse un grande estimatore di questo vino che per tradizione veniva offerto agli atleti che tornavano vincitori dalle gare olimpiche) e antenato dell'attuale Cirò.

Maria Angela Pugliano

mercoledì 2 luglio 2008

dietro l'angolo #4

Come ogni anno, arrivata l’estate, in tv le cronache affrontano giornalmente un tema abbastanza delicato che dovrebbe essere motivo di riflessione e di sensibilizzazione. Parlo dell’abbandono dei cani, fenomeno costantemente in crescita, soprattutto quando ci sono alle porte le vacanze. Da che sono i migliori amici improvvisamente diventano un peso, un problema a cui porre risoluzione, naturalmente scegliendo la via più semplice: abbandonarli al loro destino. I cani diventano così randagi: vagano alla ricerca di cibo e la maggior parte delle volte muoiono a causa di incidenti stradali, fame, sete, tristezza. Spesso poi vengono catturati da persone senza scrupoli per finire come cavie nei laboratori di vivisezione o nei clan dei combattimenti. Le soluzioni esistono e ve ne possono essere di diverse (volere = potere, semplice anche questo no?): andare in un albergo dove permettono l'ingresso anche agli animali; lasciarlo ad un amico o parente; metterlo in una pensione apposita (ne stanno nascendo anche in Italia); oppure farli ospitare in un canile.
Ed è proprio ad un canile che dedicherò questo post, Mister Dog, canile all’avanguardia sito qui a Rocca di Neto, ma di cui in pochissimi ne conoscono l’esistenza.

Una mega struttura ben curata, di cui ve ne sono poche in Italia, quasi, come l’ho definito io, un albergo a 5 stelle e che sembra cozzare, e di molto anche, con lo spettro dei canili lager abituati a vedere in tv. Strutturato su una vastissima superficie, in più reparti, fin dal momento dell’ingresso di ogni singolo cane, viene redatta a cura del direttore sanitario, una scheda identificativa e clinica per gli adempimenti di legge; tutta la documentazione viene costantemente aggiornata fino al decesso o all’affidamento definitivo dell’animale ed i dati vengono inviati ai Comuni ed alle relative A.S.L. di competenza.

Oltre alla custodia ed al mantenimento dei cani randagi per conto degli enti pubblici, nella struttura si svolgono le seguenti attività: accalappiamento cani; trasferimento cani per conto terzi; custodia e mantenimento cani per conto terzi Privati; servizio di toilettatura.
Parlando con Alessandra, la responsabile del canile, più volte mi ha espresso quello che sarebbe l’intento maggiore da perseguire (mi preme vivamente sottolineare questa bellissima cosa): ospitare manifestazioni e campagne di sensibilizzazione per l’affidamento dell’animale e fare avere un cane anche a chi non può portarselo a casa, facendo in modo che possa dedicargli parte del suo tempo lasciandolo scorazzare e giocare qui stesso, organizzando quasi una sorta di visita giornaliera.

In un contesto come questo però le perplessità naturalmente non mancano dato che spesso pur sapendo di essere in un canile che ospita randagi, in molti vogliono portarsi a casa un cane che sia di razza, che risponda già ai comandi e che abbia, perché no, il pedigree.
Possibile che non si capisce che dietro ogni cane c’è un essere vivente che ama ed ha bisogno di sentirsi amato semplicemente per quello che è a prescindere dalla razza?
Pertanto invito chiunque voglia adottare un cane, o anche semplicemente lasciarlo in custodia, a recarsi lì. In più Alessandra mi ha pregato di scrivere che con l’arrivo delle belle giornate cercano volontari che possano dedicare parte del loro tempo allo svago di questi adorabili cuccioli, accudendoli amorevolmente durante i loro giochi.

Maria Angela Pugliano