Con questo nuovo post continua la carrellata delle bontà enogastronomiche della nostra terra.
Dopo il Pecorino crotonese è la volta di un vino a denominazione di origine controllata, il Cirò, che nella tipologia Rosso, Bianco e Rosato non solo soddisfa i palati più esigenti, ma ben si sposa con ogni tipo di piatto.
Considerato il "Barolo del sud", è il più celebre dei vini calabresi ed è quello con la certificazione DOC più antico d'Italia.
Storicamente i primi coloni greci sbarcati sulle coste calabresi rimasero talmente impressionati dalla fertilità di questa terra ricca di vigneti che la chiamarono "Enotria", cioè "terra dove si coltiva la vite alta da terra".
I contadini ellenici portarono con loro tecniche nuove di vinificazione e nuovi vigneti da impiantare: sono infatti di probabile origine greca alcuni tipi di vite ancora presenti sia sul suolo calabrese che anche in altre parti d'Italia, vale a dire il gaglioppo, il greco bianco e il mantonico, tanto per citarne alcuni.
Alcune città calabresi assunsero un ruolo di primo piano nello sviluppo della coltivazione della vite. Sibari e Crotone si distinsero in maniera particolare dando origine alla produzione del "Krimisa", "vino ufficiale delle Olimpiadi" (pare che lo stesso Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, fosse un grande estimatore di questo vino che per tradizione veniva offerto agli atleti che tornavano vincitori dalle gare olimpiche) e antenato dell'attuale Cirò.
Dopo il Pecorino crotonese è la volta di un vino a denominazione di origine controllata, il Cirò, che nella tipologia Rosso, Bianco e Rosato non solo soddisfa i palati più esigenti, ma ben si sposa con ogni tipo di piatto.
Considerato il "Barolo del sud", è il più celebre dei vini calabresi ed è quello con la certificazione DOC più antico d'Italia.
Storicamente i primi coloni greci sbarcati sulle coste calabresi rimasero talmente impressionati dalla fertilità di questa terra ricca di vigneti che la chiamarono "Enotria", cioè "terra dove si coltiva la vite alta da terra".
I contadini ellenici portarono con loro tecniche nuove di vinificazione e nuovi vigneti da impiantare: sono infatti di probabile origine greca alcuni tipi di vite ancora presenti sia sul suolo calabrese che anche in altre parti d'Italia, vale a dire il gaglioppo, il greco bianco e il mantonico, tanto per citarne alcuni.
Alcune città calabresi assunsero un ruolo di primo piano nello sviluppo della coltivazione della vite. Sibari e Crotone si distinsero in maniera particolare dando origine alla produzione del "Krimisa", "vino ufficiale delle Olimpiadi" (pare che lo stesso Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, fosse un grande estimatore di questo vino che per tradizione veniva offerto agli atleti che tornavano vincitori dalle gare olimpiche) e antenato dell'attuale Cirò.
Maria Angela Pugliano
5 commenti:
Perdona la mia ignoranza..ma Krimisa non è il nome di un antica citta calabra?
Carissimo caramello,
in effetti Krimisa è un'antica città calabra, che nonostante gli storici non possano darlo per certo, pare fosse situata nella zona di Punta Alice a Cirò Marina.
Gli stessi cirotani infatti spesso chiamano la loro città Krimisa.
Le testimonianze che qui nel blog sono state date di questa antica città della Magna Grecia le puoi vedere tu stesso in uno dei vecchi post, quello riguardante appunto lo stato di degrado in cui versano gli incustoditi resti del tempio di Apollo Aleo.
Maria Angela
E' il caso di dire che questo è un post doc.
Accanto ai vitigni da te citati aggiungerei il magliocco,riscoperto pochi anni or sono da Librandi,probabilmente il più antico vitigno calabrese.Il suo sapore che si avvicina alla prugna e alla susina è una vera e propria prelibatezza dell'enologia calabrese.
Che dire? Brava Maria Angela e un brindisi alla tua salute!!!!
Ottimo vino, vasta la scelta tra le prelibatezze enogastronomiche della terra calabra.Su cosa ricadrà la prossima scelta?Son curiosissimo.Buon lavoro.
Grande Maria Angela!!!
Cin Cin
:)
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