martedì 15 aprile 2008

racconti di strada #6

Questa nuova avventura domenicale, mia e di papà, risale a due mesi fa.
La scelta di andare a Strongoli non è stata casuale, ma mirata.
Ero molto incuriosita dal Castello pubblicizzato sulla rivista turistica provinciale. Un colpo d’occhio molto bello, come si può notare dalla prima foto. Un baluardo di notevoli dimensioni immerso nel verde delle campagne. Uno spettacolo imperdibile e da documentare per tutti gli amici di Diaframmi.
Così, carica del solito entusiasmo, siamo saliti in macchina e siamo andati.
Discutendo del più e del meno circa la storia e le origini del castello, ho notato che papà parlava di come era strutturato rispetto al resto del paese, ma lì per lì non vi ho badato, anche se iniziavano le prime perplessità: “Ma papà aveva effettivamente capito dove volevo andare?”.
Ecco perché una volta giunti a Strongoli gli ho detto che si stava sicuramente sbagliando dato che non era quello il castello che io volevo vedere. Il “mio” castello era isolato, non nel paese.
A mia volta ho insinuato dubbi in lui al punto che una volta sul posto ha chiesto in giro di quel famoso castello di cui “io” parlavo, ma nessuno a parte quello che era collocato alla fine del paese ne conosceva l’esistenza.
Così alla fine ho lasciato che papà mi portasse al “suo” di castello…. e……sorpresa delle sorprese era anche il “mio”. Possibile? Anzi, come era possibile? Proprio vero… uno “spettacolo imperdibile” (sono ironica naturalmente). Uno scempio… riduttivo direi perfino questo termine. Ero interdetta e senza parole, soprattutto per lo spettacolo deprimente che si trova innanzi all’ingresso dello stesso.
Ho iniziato a fotografare, ma la mia mente si rifiutava quasi di accettare il tutto e ostinatamente dicevo tra me “ci sarà un errore, mi sbaglio io, non avrò guardato bene le immagini”.
Ci siamo addentrati in un posto abbandonato, fatiscente, con il rischio che ci cadesse qualcosa in testa, liberamente accessibile e senza alcun controllo e le poche persone incontrate che ci indicavano la strada ci dicevano che era bellissimo, da vedere. Signori, scusate la franchezza, ma se questo è quello che deve vedere uno che viene da fuori, credo sia meglio non vedere (una parete risultava ristrutturata, una sola però, poi il nulla).
Fatte le foto siamo andati via e in macchina la discussione è ripresa al punto che papà mi aveva convinta del “mio” di errore. Non se ne veniva fuori. Così arrivata a casa mi sono fiondata a prendere quella rivista ed ecco la conferma: il “mio” castello era lo stesso che avevo appena visto. Come si può fare una cosa del genere? Vada anche che i fotomontaggi rendono belle tutte le cose brutte, ma su quali basi buttare fumo negli occhi del turista? Se io stessa vedendo quello spettacolo sono rimasta di sasso cosa penserà di noi chi viene da fuori? Credetemi, non ho parole.
Ad oggi comunque sono stati stanziati fondi per il recupero di questo posto, per una ristrutturazione e riqualificazione che dovrà durare all’incirca 6 mesi. Spero proprio che la prossima volta che andremo qui con papà potremo ammirare finalmente la rinascita di questo antico maniero, ricco di storia, e che quanto ho scritto sopra sia motivo di riflessione. Non credo sia opportuno far vedere ciò che non è, soprattutto quando la realtà è un’altra, vi pare?

Maria Angela Pugliano

5 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

...e sono senza parole anch'io cara Maria Angela!!! Veramente vergognoso...incredibile :-(((

Anonimo ha detto...

Stendiamo velo pietoso!!!

Anonimo ha detto...

Oh mio Dio, cosa sarebbe questa oscenità?
Raccapricciante il tutto, dico davvero.

Anonimo ha detto...

strongoli,il mio paese,è ricco di testimonianze archeoligiche..ma versano tutte in condizioni pietose.se ti dico che sotto quel castello c'è una necropoli romANA che funge da stalla per le vacche mi credi?..

Caramello75 ha detto...

le tue foto sono meglio di 1000 parole.. complimenti sinceri