martedì 8 aprile 2008

c'era una volta

Come in tutte le favole…..….. “C’era una volta un piccolo paese il cui nome era Rocca di Neto…..
Sarebbe bello raccontare del proprio paese come di una splendida favola a lieto fine in cui tutti “vissero felici e contenti”. Credo, però, che in parte sia così. Strano? Non penso, dato che tra malumori generali e malcontenti vi è una piccola ma nutrita voce fuori dal coro che vive qui sorridente e felice. Di chi parlo? Naturalmente dei piccoli, dei bambini di Rocca di Neto.
A volte lo sguardo e l’innocenza dei più piccoli sono un forte richiamo verso un mondo incantato lontano dai nostri modi reali di vedere e vivere la vita. È l’approccio al tutto che cambia e del resto è normale. Anche per noi è stato così un tempo.
Ecco perché, partendo da un’idea dei miei amici di Castrovillari, ho deciso di fare questo esperimento andando nelle scuole elementari di Rocca e chiedendo ai bimbi di disegnare il loro paese.
Ed eccoli questi disegni (naturalmente ne ho scelti alcuni).

Una cosa abbastanza singolare balza agli occhi di chi è del posto: il modo differente di riprodurre i vari luoghi.
I bimbi che vivono nella parte alta del paese hanno rappresentato la piazza o lo stradone centrale che attraversa il corso principale. Al contrario i bimbi che abitano nella parte bassa o in campagna hanno riprodotto in alcuni casi la strada che vedono dai finestrini delle auto e che porta su al paese, qualcuno la propria casa, qualcun’altro la chiesa.
Ora è pur vero che nella maggior parte dei disegni si rappresenta ciò che i bimbi hanno visto dal finestrino di un’auto. A ben pensarci il tutto è deprimente. Dovrebbero essere altre le cose che i bimbi dovrebbero disegnare, ma la scelta di farli fare a loro è proprio perché avrebbero innocentemente rappresentato il tutto senza finzioni o finti abbellimenti. Ora questo post non vuole essere motivo di dibattito su quelli che sono o meno i LORO spazi, ci sarebbe tanto da dire al riguardo, ma vuole essere semplicemente uno spazio carino da dedicare a loro, loro che un domani saranno il futuro di Rocca di Neto.

IL MIO PAESE

Piccolino è il mio paese,
sotto il cielo di turchese.
Dieci case col cortile,
qualche stalla, qualche ovile,
una baita, che si staglia
sul pendio, col tetto a paglia
che da asilo a ghiri e uccelli,
a topini e pipistrelli;
un abete gigantesco
ai cui piè si gode il fresco,
la chiesetta in mezzo al prato,
col suo piccolo sagrato
ricoperto d'erba fine
pei conigli e le galline,
con l'aguzzo campanile
pien di nidi nell'aprile,
due fontane chioccolanti
che ristorano i passanti
sotto il cielo di turchese.
Questo è tutto il mio paese.

Simpatica questa filastrocca che mi ha indirettamente suggerito un bimbo, vero? E’ questo stesso bimbo quando gli ho chiesto :”ti piace il tuo paese?” sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto “sì” e poi guardandomi attentamente come se la mia domanda nascondesse un tranello, facendo spallucce ha detto:”Boh…. è il mio paese”.

Maria Angela Pugliano

2 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Brava Maria Angela;ottima idea che hai sfruttato al meglio. Ti sei superata...mi è proprio piaciuto questo post...
A presto ;-)

Anonimo ha detto...

Che bel post,che idea simpatica e carina dar voce anche ai bimbi. Complimenti davvero,sempre innovativa e sorprendente,brava maria Angela.