Come in tutte le favole…..….. “C’era una volta un piccolo paese il cui nome era Rocca di Neto…..”
Sarebbe bello raccontare del proprio paese come di una splendida favola a lieto fine in cui tutti “vissero felici e contenti”. Credo, però, che in parte sia così. Strano? Non penso, dato che tra malumori generali e malcontenti vi è una piccola ma nutrita voce fuori dal coro che vive qui sorridente e felice. Di chi parlo? Naturalmente dei piccoli, dei bambini di Rocca di Neto.
A volte lo sguardo e l’innocenza dei più piccoli sono un forte richiamo verso un mondo incantato lontano dai nostri modi reali di vedere e vivere la vita. È l’approccio al tutto che cambia e del resto è normale. Anche per noi è stato così un tempo.
Ecco perché, partendo da un’idea dei miei amici di Castrovillari, ho deciso di fare questo esperimento andando nelle scuole elementari di Rocca e chiedendo ai bimbi di disegnare il loro paese.
Ed eccoli questi disegni (naturalmente ne ho scelti alcuni).
Sarebbe bello raccontare del proprio paese come di una splendida favola a lieto fine in cui tutti “vissero felici e contenti”. Credo, però, che in parte sia così. Strano? Non penso, dato che tra malumori generali e malcontenti vi è una piccola ma nutrita voce fuori dal coro che vive qui sorridente e felice. Di chi parlo? Naturalmente dei piccoli, dei bambini di Rocca di Neto.
A volte lo sguardo e l’innocenza dei più piccoli sono un forte richiamo verso un mondo incantato lontano dai nostri modi reali di vedere e vivere la vita. È l’approccio al tutto che cambia e del resto è normale. Anche per noi è stato così un tempo.
Ecco perché, partendo da un’idea dei miei amici di Castrovillari, ho deciso di fare questo esperimento andando nelle scuole elementari di Rocca e chiedendo ai bimbi di disegnare il loro paese.
Ed eccoli questi disegni (naturalmente ne ho scelti alcuni).
Una cosa abbastanza singolare balza agli occhi di chi è del posto: il modo differente di riprodurre i vari luoghi.
I bimbi che vivono nella parte alta del paese hanno rappresentato la piazza o lo stradone centrale che attraversa il corso principale. Al contrario i bimbi che abitano nella parte bassa o in campagna hanno riprodotto in alcuni casi la strada che vedono dai finestrini delle auto e che porta su al paese, qualcuno la propria casa, qualcun’altro la chiesa.
Ora è pur vero che nella maggior parte dei disegni si rappresenta ciò che i bimbi hanno visto dal finestrino di un’auto. A ben pensarci il tutto è deprimente. Dovrebbero essere altre le cose che i bimbi dovrebbero disegnare, ma la scelta di farli fare a loro è proprio perché avrebbero innocentemente rappresentato il tutto senza finzioni o finti abbellimenti. Ora questo post non vuole essere motivo di dibattito su quelli che sono o meno i LORO spazi, ci sarebbe tanto da dire al riguardo, ma vuole essere semplicemente uno spazio carino da dedicare a loro, loro che un domani saranno il futuro di Rocca di Neto.
IL MIO PAESE
Piccolino è il mio paese,
I bimbi che vivono nella parte alta del paese hanno rappresentato la piazza o lo stradone centrale che attraversa il corso principale. Al contrario i bimbi che abitano nella parte bassa o in campagna hanno riprodotto in alcuni casi la strada che vedono dai finestrini delle auto e che porta su al paese, qualcuno la propria casa, qualcun’altro la chiesa.
Ora è pur vero che nella maggior parte dei disegni si rappresenta ciò che i bimbi hanno visto dal finestrino di un’auto. A ben pensarci il tutto è deprimente. Dovrebbero essere altre le cose che i bimbi dovrebbero disegnare, ma la scelta di farli fare a loro è proprio perché avrebbero innocentemente rappresentato il tutto senza finzioni o finti abbellimenti. Ora questo post non vuole essere motivo di dibattito su quelli che sono o meno i LORO spazi, ci sarebbe tanto da dire al riguardo, ma vuole essere semplicemente uno spazio carino da dedicare a loro, loro che un domani saranno il futuro di Rocca di Neto.
IL MIO PAESE
Piccolino è il mio paese,
sotto il cielo di turchese.
Dieci case col cortile,
qualche stalla, qualche ovile,
una baita, che si staglia
sul pendio, col tetto a paglia
che da asilo a ghiri e uccelli,
a topini e pipistrelli;
un abete gigantesco
ai cui piè si gode il fresco,
la chiesetta in mezzo al prato,
col suo piccolo sagrato
ricoperto d'erba fine
pei conigli e le galline,
con l'aguzzo campanile
pien di nidi nell'aprile,
due fontane chioccolanti
che ristorano i passanti
sotto il cielo di turchese.
Questo è tutto il mio paese.
Simpatica questa filastrocca che mi ha indirettamente suggerito un bimbo, vero? E’ questo stesso bimbo quando gli ho chiesto :”ti piace il tuo paese?” sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto “sì” e poi guardandomi attentamente come se la mia domanda nascondesse un tranello, facendo spallucce ha detto:”Boh…. è il mio paese”.
Maria Angela Pugliano
Simpatica questa filastrocca che mi ha indirettamente suggerito un bimbo, vero? E’ questo stesso bimbo quando gli ho chiesto :”ti piace il tuo paese?” sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto “sì” e poi guardandomi attentamente come se la mia domanda nascondesse un tranello, facendo spallucce ha detto:”Boh…. è il mio paese”.
Maria Angela Pugliano
2 commenti:
Brava Maria Angela;ottima idea che hai sfruttato al meglio. Ti sei superata...mi è proprio piaciuto questo post...
A presto ;-)
Che bel post,che idea simpatica e carina dar voce anche ai bimbi. Complimenti davvero,sempre innovativa e sorprendente,brava maria Angela.
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