lunedì 3 settembre 2007

racconti di strada #3



CASABONA.
Eccovi la nuova avventura.
Questa volta il “mio viaggio” mi ha portata in un paese dell’entroterra crotonese, Casabona.
La scelta non è stata casuale, ma dettata dalla curiosità di vedere una cosa in particolare, le Grotte Rupestri.
Sono state soprattutto affermazioni di non poco conto, fatte in merito a questo sito, che mi hanno spinta a volerne sapere di più, affermazioni del genere “Cosa si aspetta a proclamarlo Parco Neolitico della Calabria? Cosa si aspetta a farlo diventare patrimonio dell’umanità?”.
Pretese e desideri senza dubbio ambiziosi e non semplici da raggiungere, soprattutto laddove dovrà esserne dimostrata l’effettiva valenza e autenticità storica.
Pare che Casabona si configuri come il più antico villaggio preistorico con un numero non indifferente di grotte (a sostenerlo alcuni studiosi che da anni si occupano di esse). Peraltro questo numero abbastanza elevato è facilmente visibile fin da quando si giunge alle pendici del paese o ci si addentra in alcune vie e zone specifiche (molte grotte denotano un cattivo stato di conservazione).
Ma per questi siti rupestri, di cui non si è in grado di indicarne con precisione l’originalità del periodo, si va avanti per deduzioni logiche o semplici assonanze. Questo per gli studiosi. Ma per le poche persone incontrate in giro per il paese si tratta solo di fantasie (devo dire che erano un po’ sorpresi da alcune mie considerazioni e domande, ma sono stati molto disponibili a portarmi in giro e a farmi visitare quelle che molto semplicemente definivano “le grotte dei maiali”).
Palese, quindi, l’incongruenza tra chi “studia e viene da fuori” e chi vive la realtà del paese.
Pertanto, come stanno effettivamente le cose in un posto come questo che manca di tutela, di fruizione o di “cantieri” che lascino immaginare attente e analitiche ricerche archeologiche e antropologiche condotte in loco? E, soprattutto, se davvero Casabona vanta una storia antichissima e possiede questa ricchezza non sarebbe il caso prima ancora di farlo diventare patrimonio dell’umanità, farlo diventare patrimonio della gente del luogo che per la maggiore ne ignora il tutto?



Maria Angela Pugliano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Maria Angela,
mi piacciono le analisi che presenti dei vari luoghi della nostra provincia. Fin troppo facile propagandare e mostrare cose che nella realtà si prospettano sotto tutt'altra luce. L'approccio che usi è pienamente condivisibile perchè essere accolti in pompa magna sapendo del tuo arrivo renderebbe le cose meno brutte e un pò falsate più di quanto non lo siano. Invece le tue incursioni, i tuoi pensieri credo siano quelli che un comune turista venendo da fuori vedrebbe e penserebbe. E questo dovrebbe far riflettere, credo non poco, non solo tutti noi, ma chi sta al timone della nave.
Simona

Anonimo ha detto...

Che tristezza vedere queste e altre immagini. Che ignoranza, che rabbia. Ma quando cambieranno le cose nei nostri paese e nella nostra Provincia?
Stef