Eccolo lì disteso nel suo lettone, quel lettone dove spesso da piccola mi rifugiavo tra lui e nonna e me ne stavo ore a dormire beata, coccolata e amata.
Sta poco bene ultimamente, ma appena mi vede si rianima e gli brillano gli occhi perché sa che a breve inizierà a “farmi da Cicerone” sulla sua chiesa preferita, Santa Maria della Terrata o Chiesa della Terrata come la chiama lui. Me ne ha parlato tante volte soprattutto da quando non riuscendo più a leggere bene si è cimentato nel disegno. Ed è da queste riproduzioni dai colori vivaci, a volte impossibili e improbabili che ho appreso le sue fattezze.
Voi non conoscete il mio adorato nonno. Ha 95 anni, mente spigliata, attenta, curiosa e lucida (è un fenomeno con le date ed io non so come faccia alla sua età) e adora la storia, soprattutto quella calabrese. Ed è attraverso il suo racconto, attraverso “i suoi occhi” che voglio farvi, in parte, conoscere questa Chiesa. Avevo pensato di registrare ciò che mi avrebbe detto, ma così avrei perso “essenza e sfumature” del racconto. Per questo preferisco “perdermi” nelle sue parole, attenendomi alla “sua” ricostruzione e se si noterà una poco efficace cronologia, qualche lacuna storica o qualche contraddizione in termine spero non me ne vogliate. La vera autenticità sta proprio nel racconto di questo vecchietto di 95 anni che vuole quasi prendermi per mano e “portarmi a spasso nel tempo”. Di conseguenza mi sembra banale starmene lì a correggere eventuali errori o ad utilizzare un linguaggio forbito per impressionarvi, si falserebbe ogni cosa.
Nonno quando parla è un fiume in piena, inarrestabile e sta lì che cerca costantemente, attraverso lo sguardo, la completa attenzione dell’interlocutore che ha dinnanzi. Sorrido perché appena gli dico “nonno allora da dove cominciamo…” diventa subito serio e composto e con una velata nota di nostalgia mi fa “dovevi vedere quanto era bella una volta questa Chiesa… Santa Maria della Terrata (e lo dice alzando il flebile tono di voce dando un che di imperioso…. Quasi a volermi impressionare sull’importanza indiscussa della Chiesa)…. Non vederla ora in questo stato ( e muove la mano puntandomi in dito contro in segno di ammonizione, quasi leggendo la mia titubanza dinnanzi alle immagini di un edificio fatiscente e senza senso di cui ne sono venuta a conoscenza solo grazie a lui) ma una volta…una volta….”
Sta poco bene ultimamente, ma appena mi vede si rianima e gli brillano gli occhi perché sa che a breve inizierà a “farmi da Cicerone” sulla sua chiesa preferita, Santa Maria della Terrata o Chiesa della Terrata come la chiama lui. Me ne ha parlato tante volte soprattutto da quando non riuscendo più a leggere bene si è cimentato nel disegno. Ed è da queste riproduzioni dai colori vivaci, a volte impossibili e improbabili che ho appreso le sue fattezze.
Voi non conoscete il mio adorato nonno. Ha 95 anni, mente spigliata, attenta, curiosa e lucida (è un fenomeno con le date ed io non so come faccia alla sua età) e adora la storia, soprattutto quella calabrese. Ed è attraverso il suo racconto, attraverso “i suoi occhi” che voglio farvi, in parte, conoscere questa Chiesa. Avevo pensato di registrare ciò che mi avrebbe detto, ma così avrei perso “essenza e sfumature” del racconto. Per questo preferisco “perdermi” nelle sue parole, attenendomi alla “sua” ricostruzione e se si noterà una poco efficace cronologia, qualche lacuna storica o qualche contraddizione in termine spero non me ne vogliate. La vera autenticità sta proprio nel racconto di questo vecchietto di 95 anni che vuole quasi prendermi per mano e “portarmi a spasso nel tempo”. Di conseguenza mi sembra banale starmene lì a correggere eventuali errori o ad utilizzare un linguaggio forbito per impressionarvi, si falserebbe ogni cosa.
Nonno quando parla è un fiume in piena, inarrestabile e sta lì che cerca costantemente, attraverso lo sguardo, la completa attenzione dell’interlocutore che ha dinnanzi. Sorrido perché appena gli dico “nonno allora da dove cominciamo…” diventa subito serio e composto e con una velata nota di nostalgia mi fa “dovevi vedere quanto era bella una volta questa Chiesa… Santa Maria della Terrata (e lo dice alzando il flebile tono di voce dando un che di imperioso…. Quasi a volermi impressionare sull’importanza indiscussa della Chiesa)…. Non vederla ora in questo stato ( e muove la mano puntandomi in dito contro in segno di ammonizione, quasi leggendo la mia titubanza dinnanzi alle immagini di un edificio fatiscente e senza senso di cui ne sono venuta a conoscenza solo grazie a lui) ma una volta…una volta….”
Si interrompe e vaga con il pensiero nei suoi ricordi….”sai che la sua cupola è quasi unica, se non unica, nel suo genere qui in Italia?... è di origine bizantina ed è fatta a mosaico con vetri colorati…. Ne sono venuto a conoscenza alcuni anni fa tramite uno studente romano che si era recato qui per la sua tesi di laurea…..anche un personaggio famoso, Sgarbi, aveva offerto del denaro per entrarne in possesso e riportarla all’antico splendore…..”
“Della storia della chiesa so poche cose, cose lette su alcuni libri che però dicevano poco e niente….è stata edificata sui resti dell’abbazia nel 1778…. Ma si hanno notizie circa la sua esistenza da tempi anche più lontani, come testimonia una bolla che concedeva l’indulgenza a favore di coloro che la visitavano…tale beneficio era stato accordato nel 1543 dal Papa Paolo III al cardinale Filonardi….ma citazioni compaiono in molti altri atti degli eremiti che vi abitavano anche se le notizie circa la fondazione della grancia o con quali condizioni e obblighi fosse sorta non si sanno….una cosa certa che si conosce è che l’abbazia in precedenza durante il duecento era filiale del monastero normanno della Sambucina dell’ordine dei Cistercensi, ma nel 1216 Papa Onorio III tolse la filiale alla Sambucina e la passò all’ordine Florense…. Diciamo però che la sua importanza è da ricondursi al 500…. In quel periodo è stata amministrata da abati commendatari mandati dal monastero di San Giovanni in Fiore, da cui la grancia dipendeva…. Ma essa, servita per lo più da un eremita, essendo costosa sia nella manutenzione (era costituita dalla Chiesa, da una casa e da un piccolo pezzo di terra) sia nel mantenimento di un cappellano ha fatto sì che l’ordine di San Giovanni in Fiore facesse in modo che un religioso vi dimorasse stabilmente. Da lì la sua autonomia che la portò ad assumere la ferma di un vero e proprio monastero autonomo…. Questa, diciamo, è a grandi linee la parte centrale della sua storia o almeno quella che conosco io…… poi per il resto ciò che so è legato alla mia vita….”
Si interrompe di nuovo e stavolta più a lungo. Sorride, ha uno sguardo strano e sembra che si riperda nel viaggio dei suoi ricordi. Riprende a parlare…” da piccolo andavo spesso lì…. Insieme ad altri bimbi….spiavamo sempre quell’edificio, a volte anche ci intrufolavamo….c’era il tipico odore delle chiese mischiato all’incenso e con occhi sgranati, curiosi e affascinati osservavamo tutte quelle cose, avevamo quasi paura a toccarle….. bellissime …mica le nostre case erano in quel modo…. Ma al minimo rumore scappavamo per paura di essere beccati o sgridati o cacciati a pedate…..”…e sorride sornione come un bimbo beccato in flagrante…si ferma e sospira…..” a volte me ne andavo sulla parte alta di un edificio lì vicino, mi stendevo a pancia in giù a terra e stavo immerso ore e ore a guardare la “cappella dorata”….accanto alla chiesa una volta sorgeva il cimitero e lì c’era una cappella maestosa…bellissima…d’oro colato…..ma ora non c’è più”…. Lo sguardo si rattrista, sbruffa… ma dura poco perché riprende a sorridere quando mi dice “un momento che ricordo con piacere è la processione per la benedizione delle Palme….si correva, si faceva a gara a chi avesse il ramoscello più grande….a volte erano anche più grandi di me….”…e lo dice quasi orgoglioso…tace….e pensa….
“Dopo il terremoto del ’32 cessò di essere di proprietà della chiesa…. Un nostro compaesano, pare per intercessione presso la sede centrale della diocesi di Santa Severina, riuscì ad acquistarla e da allora rimase di sua proprietà….ora lui è scomparso e, non vorrei sbagliarmi, le chiavi per accedere all’interno di quel posto sono state ridate al nostro parroco…ma non sono state celebrate più funzioni in quella chiesa da quando ero piccolo io…”
“Ne ha viste tante questa chiesa, nemmeno puoi immaginarle….pensa che c’è stato un periodo in cui ha fatto da stalla a molti animali….” All’improvviso mi fa…”Sai che a Rocca una volta c’era il cinema?” Acconsento. Infatti mi ha sempre sorpreso il fatto che un paese piccolo e chiuso come il nostro avesse in qualche modo precorso i tempi addirittura con un cinema. Ma ora non capisco che centra il cinema. E lui…”ebbene”, notando la mia perplessità, come a volermi svelare quasi un mistero, “il cinema era esattamente nella chiesa…..”….e devo dire che la cosa mi sorprende e non poco…….”che altro dire…..chiuso il cinema si chiude definitivamente la storia di questa chiesa”…..
Lo guardo sorpresa. Un finale lapidario e sintetico. Non dice altro. Gli sfugge solo un “mah” che esprime tutto. Rammarico per ciò che è stato e che non è più, monito per la totale indifferenza per ciò che c’è e che potrebbe essere. Questo è ciò che si legge nel suo sguardo, lo sguardo di un vecchietto che da bambino ammirava ammaliato un “castello incantato”, un castello bellissimo da favola che ora è andato in rovina.
Attraverso queste foto potete vedere l’attuale stato di quella che un tempo era la chiesa amata da mio nonno. E la cosa che dà da pensare non è soltanto lo stato di totale abbandono, quanto la totale ignoranza in noi giovani circa la presenza e l’esistenza di questo posto che è proprio lì, sotto il nostro naso, sotto i nostri occhi. Ci passiamo sempre vicino percorrendo centinaia di volte la strada che porta al paese. Ma chiunque sappia che quell’edificio decadente e fatiscente, che non abbiamo mai guardato con attenzione, in un passato nemmeno troppo lontano in realtà era una chiesa, beh rimane totalmente allibito.
Maria Angela Pugliano
3 commenti:
DFRG
Mi è piaciuto particolarmente questo articolo, tocca quasi al cuore.Grazie per aver parlato di questo luogo sul quale spesso amaramente si posa il mio sguardo.Spero che questo sia motivo di riflessione per chi lo ha lasciato morire.
Incredibile!!Ignoravo totalmente l'esistenza di questa Chiesa.Peccato però vederla in questo stato.A chi bisognerebbe rivolgersi per far qualcosa?
Rosa
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